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Giacomo Sferlazzo

sferlazzo2Giacomo Sferlazzo in concerto, con i brani del nuovo album “Arrispigghiativi” e alcune delle sue canzoni più rappresentative come “Io non ho paura” e “Lampedusa 24/01/2009″, insieme a lui sul palco ci saranno: Antonio Putzu (Sciaramedda, friscalettu, clarinetto), Jacopo Andreini (synth, computer, batteria, bouzouki) e Samuele Venturin (fisarmonica, mandolino, basso, tastiere).

Canzoni che riportano con forza nel presente la necessaria solidità di una tradizione musicale e artistica, quella popolare siciliana, che troppo spesso viene relegata ad un folclore che ne appiattisce ogni profondità storica, che la depura dal suo valore conflittuale.
Canzoni che nascono dai suoni prodotti dal costante vento di Lampedusa, nel suo “azzurro dilatato” carico delle tensioni che si dispiegano nel contemporaneo. Lampedusa che cerca sua madre, tra l’Africa e l’Europa e la riconosce, invece, nella Sicilia, sintesi e laboratorio di culture, avamposto militare dei vari imperi che si sono susseguiti, mitica e magica fin dalle sue origini. Una Sicilia che oggi con le sue basi militari come quelle di Sigonella e dell’impianto Muos è l’emblema contraddittorio della guerra disumanizzata del nuovo millennio.sferlazzo1

I suoni di strumenti popolari come il mandolino, il marranzano, la sciaramedda, il “friscalettu” a volte tessono le trame che tengono tutta l’ossatura della canzone popolare tradizionale, altre volte si fondono con bassi e batterie elettroniche fino a divenire house music.
I testi rimangono fedeli al percorso di Sferlazzo che guarda, in questo caso, alla poesia di Ignazio Buttitta e ai lunghi racconti/canzone di cantastorie come Ciccio Busacca, pur tenendo fermo il suo punto di vista di chi vive e affronta quotidianamente la frontiera, il suo dialetto non è solo siciliano, ma è più precisamente lampedusano e nei suoi versi si può riconoscere il suono del mare, il lamento degli ultimi della terra e la gioia che porta una giornata di bonaccia dopo una tempesta.
Brani di denuncia come “U mari unnavi curpi” che parla dei naufragi delle persone migranti e che fa eco all’inchiesta del collettivo Askavusa e del documentario di Antonino Maggiore sulla strage del 3 ottobre 2013, altri pescati dal vasto repertorio popolare ed altri come “Ventu” o “Lampoesia” che sono vere e proprie poesie dedicate a Lampedusa.sferlazzo3

Come per gli ultimi due album, la produzione artistica del disco è stata affidata a Jacopo Andreini, che si è occupato delle session di registrazione effettuate in case, cucine, sale, teatri e centri culturali tra Lampedusa, Firenze e Partinico. Gli arrangiamenti e i vari strumenti suonati (batteria, drum machine, bassline, sassofono, chitarra, tastiera) hanno fornito ossatura e possibilità ai vari strumentisti che si sono avvicendati partecipando alle session, tanti i musicisti che hanno dato il loro contributo artistico: i polistrumentisti siciliani Antonio Putzu, che ha ereditato dal padre la passione per il friscalettu, ma anche per gli strumenti ad ancia moderni, e Silvio Nasferlazzo4toli che suona strumenti a corda antichi come l’arciliuto, la viella e l’oud. Samuele Venturin alla fisarmonica, leader di diverse formazioni e accompagnatore dell’ultima Caterina Bueno. Piero Spitilli, contrabbassista che spazia dal punk al jazz, la canzone italiana e l’electro. Antonio Bordo, esplosivo mandolinista partenopeo. Achref Chargui da Tunisi, attualmente uno dei migliori virtuosi di oud al mondo. Nicoletta Mecca, trombettista classica entrata con decisione nel mondo del sousaphone. Il percussionista Giovanni Costantino allievo di Massimo La Guardia e attivo in diversi gruppi di musica popolare e i cori di Barbara Balistreri che ha già collaborato con Sferlazzo nel suo primo album “Il figlio di Abele”.

https://www.giacomosferlazzo.it/arrispigghiativi

 

Marco Imbrosci

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